Dimmi chi vuole una legge e ti dirò a cosa gli serve.
Chi vuole le unioni civili? Chi si batte per la loro approvazione, mistificando spesso e volentieri la reale entità di questo provvedimento? Hanno “testimoniato” a favore della legge esclusivamente le associazioni del club Lesbico-Gay-Bisessuale-Transessuale (Lgbt).
Quella sulle unioni civili è una legge pretesa da una delle meno rappresentative categorie sindacali del Paese, e quindi non c’entra un bel niente né col bene comune né col progresso civile dell’Italia. Chiarito chi vuole la legge, il perché è una logica conseguenza: con le unioni civili si vuole distruggere il sistema che in Italia riconosce e promuove la famiglia, sulla base del fatto che, si dice, questo processo è già attuale “nella realtà”; cioè tramite le tecniche di filiazione spersonalizzata, in cui il figlio diventa un progetto di realizzazione individuale tra i tanti, che non ha più il minimo legame con richiami bigotti a una “mamma” e un “papà”, nella concretezza del loro essere esistenzialmente impastati col figlio, anima e carne, ma che riguarda avere libero accesso al mercato dei fattori riproduttivi: semi, ovuli e uteri in affitto (almeno finché non sarà pronto l’utero artificiale a cui l’industria biotecnologica sta già lavorando, pregustando il business arcimiliardario delle grandi coltivazioni di esseri umani).
Chesterton diceva che dobbiamo aprire la mente proprio come siamo soliti aprire la bocca, e cioè per richiuderla su qualcosa di solido. La solida consapevolezza su cui richiudiamo la mente dopo averla senz’altro aperta per vedere che aria tira nel mondo è questa: la famiglia, quella che sola può assicurare al nascituro la verità oltre l’amore, è la cellula elementare dell’umanità. Il comparto giuridico che la riconosce e protegge è un ecosistema delicatissimo, nel quale sono implicati i più essenziali dei diritti umani, quelli che riguardano la vita nascente e la sua protezione nel periodo di maggior vulnerabilità. Quale che sia la dose di virus letale che si inietta nel sistema non fa alcuna differenza, perché una volta in circolo è solo una questione di tempo. Se nelle prossime settimane il Parlamento non darà segni concreti di aver inteso questo pericolo mortale, il popolo italiano stupirà molti, ancora di più di quanto abbia meravigliato la marea del 20 giugno convocata in due settimane.
Tutti facciano bene i loro conti, perché la generazione della famiglia è appena nata, e la storia siamo noi.
estratto da Daniela
Team Purex
Estratto dell’articolo “La generazione della famiglia sconfiggerà il regime del Gender”