L’uomo è stato creato per interagire con gli altri, per vivere in comunità e confrontarsi.
Ci sono due modi in cui, secondo Watzlawick, filosofo austriaco specialista delle scienze umane, tendiamo a relazionarci con gli altri: la relazione simmetrica e quella complementare.
Nella relazione simmetrica si parla di uguaglianza: gli individui interagiscono e si rispecchiano nei loro comportamenti reciprocamente, ponendosi dunque sullo stesso piano. Si può definire tale una relazione di amicizia, tra fratelli oppure il rapporto di coppia.
Per quanto riguarda invece la relazione complementare, un individuo assume una posizione subalterna rispetto all’altro: la struttura del rapporto è quindi definita dal ruolo. Costituiscono esempi validi le relazioni tra genitore e figlio, alunno ed insegnante.
Nella vita di tutti i giorni, per poter vivere relazioni sane, occorre alternare queste due modalità: a volte è necessario raffrontarsi in modo simmetrico, altre volte in modo complementare.
Nel momento in cui uno dei due membri rigetta l’altro,si rischia di instaurare legami patologici a sfavore dell’individuo in posizione subalterna, il principio di uguaglianza viene compromesso e si entra in competizione, per mezzo della quale si incorre nell’interruzione del rapporto. Risulta dunque necessario intraprendere un percorso di conoscenza della propria coscienza, in modo da ottenere un ruolo definito, non solo nella propria psiche, ma anche a fronte degli astanti.
Il continuo lavoro di auto-interrogazione e auto-riflessività, tipici di un’era eclettica come il ventunesimo secolo, conducono l’essere umano ad una totale crisi ontologica, che danneggia la definizione della propria personalità, e dunque le relazioni del singolo con il mondo esterno, l’intersoggettività.
Nella Bibbia è esplicitato di amare il prossimo come noi stessi, dunque, per amare qualcun altro, è necessario in primo luogo amare se stessi. Quindi se vuoi iniziare a vivere relazioni sane ed equilibrate, come primo step inizia a conoscerti, ad accettarti e ad amarti per quello che sei. Inizia ad esercitare la compassione e il perdono dapprima con te stesso, in modo che, quando dovrai poi farlo con gli altri, sarà più naturale e meno frustrante.
Articolo scritto da Aby | Redazione Purex
Bello questo articolo confrontato con la parola di Dio. Letto insieme a mia figlia .
Leggo questo artiolo un anno dopo la sua pubblicazione e non posso negare quanto sia reale e mi abbia aperto gli occhi sulle relazioni che sto vivendo, e soprattutto il modo in cui le sto vivendo. Grazie!