A quanto pare l’editoria sta rinnovando e modernizzando la letteratura per bambini, pubblicando nuove favole volte a “prevenire il bullismo e a favorire l’accettazione delle differenze”.
Data la mia irrefrenabile curiosità, ho dato una sbirciata ai contenuti, e… Ecco cosa ho trovato.
“Buongiorno postino” devo dire che mi ha lasciata abbastanza interdetta: racconta la storia di un postino che che svolge il mestiere della cicogna e porta in giro i bebé da consegnare alle famiglie di simpatici animali. A volte però si sbaglia, così mamma e papà pinguini si vedono recapitare un coccodrillo, che viene accolto nella loro famiglia già composta da un camaleonte, un’oca ed una tartaruga.
Ma andiamo oltre: “Perché hai due mamme?” è la storia autobiografica di una coppia gay che va in Olanda a fare l’inseminazione,un argomento piuttosto impegnativo per essere una favola per bambini. “Qual è il segreto di papà” è quella su cui ancora sto riflettendo per cercare di trovare un minimo di sfumature pedagogiche: vede come protagonisti due bambini che hanno i genitori separati e si interrogano preoccupati su quale sia il segreto che loro padre tiene nascosto. Alla fine, scopriranno che non è né un ladro né un bandito, ma è semplicemente innamorato di un maschio!
Dunque, cosa si vuole trasmettere ai bambini con una scoperta di questo tipo, non del tutto chiaro, ma andrei avanti con la storiella che ho trovato più simpatica: “Piccolo blu e piccolo giallo”, due affettuosi colori che si abbracciano così forte da mescolare le loro identità diventando entrambi verdi per sempre.
Da educatrice, riflettevo e mi chiedevo quale fosse l’obiettivo specifico dell’insegnamento che libri come questi vorrebbero propinare.
I libri di favole, una volta, erano quelli nei quali veniva depositata una specifica morale: “Se sarai così buona, anche per te arriverà il momento di diventare una principessa” o “Se lavori, avrai sempre da mangiare come la formichina laboriosa”. La favola d’altronde, è sempre stata una specifica forma di linguaggio metaforico per bambini, volto a favorire lo sviluppo sano del loro mondo interiore e dei loro contenuti inconsci oltre a migliorare le loro abilità cognitive, emotive e relazionali.
Ma accendendo la Tv e guardando un programma odierno di cartoni animati o semplicemente analizzando le favole sopra citate, percepisco una lieve nota di regresso nella moralità sociale. Unioni mescolate, fluidità insana nelle relazioni, semplicità estrema nei contenuti e principi educativi ormai del tutto inesistenti.
Come sarà dunque il dialogo interno di un bambino che cresce con cartoni animati piuttosto demenziali e moderne favole “gender” in cui si ripete continuamente e solamente che tutti si amano indistintamente? Abbiamo anche altri principi da tramandare, o bisogna chiedersi se gli adulti stessi stiano diventando così privi di contenuti da non aver nulla di meglio da insegnare raccontando?
Ricordo che l’esito positivo delle fiabe che amavo da bambina (e credetemi sono sempre più felice di essere nata nel 1988), era quasi sempre la ricompensa in risposta ad un atto coraggioso che i protagonisti dovevano compiere e come questi finali spronassero i piccoli lettori ad avere fiducia in loro stessi e nella vita, a non tirarsi indietro e a dare il loro massimo per le cose in cui credevano.
Ma il mondo emotivo dei bambini di oggi, sembra permeato dello sdoganamento di concetti politicamente complessi, venduti come qualcosa di estremamente semplificato alle menti più giovani.
L’obiettivo, più che educativo, sembrerebbe propagandistico, “benvenuti al mondo bambini, non preoccupatevi, non ci sono più il brutto e il cattivo, la femminilità e la virilità, le azioni buone o cattive… Tutto sta nell’amare chi vuoi, essere come vuoi, fare come vuoi”.
Come Bruner ben affermava nel ’91, “Il racconto è una forma convenzionale che viene trasmessa culturalmente, è il mezzo attraverso cui costruiamo la nostra realtà sociale e stabiliamo il nostro rapporto con gli altri”.
Ecco la realtà che vedo in cantiere: fluidità e identità sdruccevoli.
Sembra tutto così avanguardistico per i genitori e gli insegnanti moderni! Pochi però, riflettono su quello che quei bambini diventeranno crescendo: saranno davvero educati affettivamente?
D’altronde è stato loro insegnato che è tutto così magicamente fluido! Un clima di libertà davvero originale, se non stesse costruendo le sue strade moderne sulle tombe degli antichi valori occultandoli per sempre.
Lo vedo nelle notizie, ma lo leggo anche negli occhi dei bambini e dei ragazzi che mi vengono affidati quando vado a lavorare: credo che si stia creando una generazione dalla consistenza della carta e la comunicazione sembra essere così semplificata e scivolosa, che temo stia divenendo irreversibilmente liquida.
Articolo scritto da Fiorella || Redazione Purex