<<Hanno bestemmiato, urlato, odiato. Hanno sputato sulla natura, usato il mare come una discarica. Rotto le leggi della vita. Hanno insultato il vento, ucciso i propri genitori, maledetto i figli. Hanno violentato la bellezza, distrutto l’innocenza, frantumato l’infanzia Piangendo, poi hanno detto “Dio è morto”>>
“Dio non c’è”, mi ha detto ieri una persona mentre affermavo il contrario, “Dio non avrebbe permesso tutto questo… Guardati intorno!” Le ho risposto più o meno la stessa cosa: l’ho invitata a guardarsi intorno.
È facile guardare il disastro di una pandemia e prendersela con Dio quando fino a poco tempo fa nessuno si preoccupava di pensare alla morte, alla brevità della vita, ad un Dio al quale arrendersi o a leggi da rispettare. Ognuno correva per la sua strada senza preoccuparsi dell’altro; ognuno interagiva solo ed esclusivamente con se stesso. Oggi lo scenario diventa empatico, umanitario, sociale e persino altruista perché dove la morte incombe, si sa, la vita resuscita.
Oggi le relazioni conservano la distanza di sicurezza, ma non hanno mai avuto tanta vicinanza emotiva, si indossano mascherine ma ci si abbraccia con gli occhi. Si parla tutti della stessa cosa, si va nella stessa direzione, si fanno dichiarazioni comuni scrivendo ovunque che “andrà tutto bene” e così ci si sente l’uno più vicino all’altro. Con tutte queste finestre chiuse, c’è un disperato bisogno di aprire quelle virtuali per appagare ogni desiderio di contatto. Anche questo, Dio, l’aveva ben immaginato e creato: il contatto.
L’avevamo dimenticato da tempo, troppo presi da quel famoso individualismo. Davvero credi che Dio non ci sia? Aveva già da tempo affidato a noi le relazioni, l’amore e l’intero pianeta terra: ci si può aspettare perfezione dalla natura se la si nutre di orrori? È come pretendere di far crescere una pianta innaffiandola con il petrolio. Dio non è affatto morto, né tanto meno fermo, ma ha messo ogni cosa nelle nostre mani perché potessimo prendercene cura.
Finora, ammettiamolo, come genere umano non abbiamo fatto un gran lavoro! In queste settimane di isolamento però, mentre la natura finalmente respira e noi siamo chiusi nelle nostre case, possiamo riflettere su tutto questo e ripristinare un vero rapporto con la vita, con le persone intorno a noi, con ciò che ci circonda e, più importante di ogni altra cosa, con Dio.
Se comprendiamo quanto la nostra intera esistenza orbita intorno al suo soffio di vita, allora ogni altra cosa assume pian piano una sfumatura diversa e, con una prospettiva completamente capovolta, forse inizieremo a vivere in modo nuovo gli anni che ci restano davanti.
Articolo scritto da Fiorella || Redazione Purex