Quanti di noi sognano di trovare la leggendaria e tanto agognata “persona giusta” e vivere per sempre felici e contenti? Vi do una notizia: il matrimonio non vi renderà felici. Io personalmente ho imparato che il matrimonio è un’avventura fantastica, ma che come ogni avventura che si rispetti, regala momenti entusiasmanti insieme a situazioni impegnative da affrontare. Dopo essermi sposata ho rapidamente scoperto che il matrimonio non è un punto d’arrivo come pensavo, ma solo l’inizio di un viaggio che porta sorprendentemente alla scoperta di ciò che non sapevamo di noi stessi facendo insorgere nel tempo “ostacoli” che rischiano di trasformare il matrimonio che sognavamo in una relazione tossica.
Come può essere possibile questo se fino a poco tempo prima sembrava andare tutto bene? In genere quando si sceglie di fare questo passo ci si sente pronti ed entusiasti, ansiosi di trascorrere ogni giorno con la persona amata. Bisogna però guardare con attenzione alle motivazioni profonde che ci spingono a fare questa scelta, spesso sopite e coperte dall’entusiasmo e dalle emozioni del momento. Se a spingerci è un irrefrenabile bisogno dell’altro per poterci sentire felici ed appagati, al punto di mettere da parte anche noi stessi, facciamo attenzione! Probabilmente abbiamo instaurato una dipendenza affettiva nei confronti del nostro partner e le conseguenze a lungo termine nel matrimonio possono essere devastanti. Per poter vivere una relazione felice e duratura dobbiamo guardare dentro noi stessi con estrema franchezza e capire se la relazione che stiamo vivendo manca di equilibrio. Un altro elemento “tossico” per il matrimonio è il rovescio della medaglia della dipendenza affettiva: l’egoismo e l’auto appagamento. Anche questi due elementi si nascondono dietro le l’entusiasmo dello stare insieme. Se la motivazione dell’unione sta nel soddisfare i desideri soggettivi per sentirci appagati dalla presenza di un partner da cui “pretendiamo” amore, presenza e accondiscendenza, stiamo sbagliando strada. Lo stesso vale se ci stiamo sposando per paura di rimanere soli.
I matrimoni di successo, quelli dei nostri nonni per intenderci, portano in sé due elementi che ne costituiscono il fondamento: sacrificio e compromesso (conditi con una dose generosa di rispetto reciproco s’intende!). Sembrano parole pesanti da digerire, vero? Ma l’amore, quello con la A maiuscola, non è forse sacrificarsi per il bene dell’altro e mettere da parte il proprio interesse? Vale anche per le situazioni più banali della quotidianità. La nostra generazione purtroppo non è più abituata a queste due parole. Gli psicologi ci definiscono “the me generation”, una generazione narcisista dove tutto ruota attorno all’individualismo e alla realizzazione dei bisogni personali. Questo però è esattamente il contrario dell’Amore. La cosa che ci sorprenderà (come già diceva Gesù molti anni fa) è che troveremo molta più gioia nel sacrificarci e dare all’altro anche in piccoli gesti, piuttosto che aspettarci che sia il partner a dare qualcosa a noi allora il nostro matrimonio cambierà aspetto.
Ovviamente affrontare questi cambiamenti non è semplice, spesso dovremmo scontrarci con il nostro carattere e ingoiare molti rospi. Ma se accettiamo la sfida, il matrimonio saprà portarci attraverso un percorso di maturazione per renderci persone migliori.
Articolo scritto da Giorgia || Redazione Purex