È di qualche giorno fa la notizia secondo cui, per l’Unicef, la pornografia non sarebbe necessariamente dannosa per bambini e adolescenti.
Il rapporto presentato, e già modificato, a sostegno di questa illuminante affermazione, utilizza strumenti di verifica online i cui parametri vanno dall’età ai diritti all’infanzia andando così a creare cinque macroaree tematiche: gioco d’azzardo, pornografia, giochi online, social media e materiali pedopornografici.
L’agenzia dell’Onu sostiene che esistano contenuti classificabili come pornografici ma, in presenza di restrizioni legate all’età, questi stessi contenuti potrebbero “negare ai bambini l’accesso a materiali di vitale importanza per la loro educazione sessuale” (p. 35). Più avanti, il rapporto dell’Unicef esorta a non escludere i bambini dalle informazioni online su «salute sessuale e riproduttiva» (espressione comprendente l’aborto), «includendo le risorse per un’educazione Lgbtq» (p. 39).
Insomma, tanto vale avvicinare i bambini alla droga o all’alcool in virtù di questa educazione cosiddetta “preventiva”, secondo i signori dell’Unicef.
Siamo sicuri, però, che la prevenzione non debba avere dei limiti concettuali proprio perché siamo di fronte ad un pubblico ( quello dei bambini) estremamente plasmabile? Siamo sicuri che dietro questa educazione preventiva non si celi un’educazione esortativa, in grado di spingere il fanciullo ad imitare a tutti i costi i modelli standardizzati presentatigli? Siamo certi che per l’ennesima volta non si stia ignorando l’interesse dei più piccoli per dar prevalenza alle nuove spinte ideologiche?
Sono sdegnato e schifato che l’idea di pochi stia contagiando ed espandendosi a macchia d’olio, lasciando un segno indelebile nella cultura socio – politica dei nostri giorni. Non si può permettere l’esposizione di un bambino a materiale pornografico e, vogliamo ricordare all’Unicef, che esistono svariate tesi e diversa letteratura sugli effetti drammatici che ne deriverebbero a tale esposizione. Non posso accettare che un branco di pervertiti esiga di delineare tali linee guida per far crescere le prossime generazioni. Una volta, per accedere ad un materiale del genere, dovevi nasconderti ed inventare mille scuse al giornalaio. Oggi, invece, chi si oppone a quanto detto dall’Onu, finisce con l’essere bigotto e uno sfigato conservatore che non capisce che i tempi cambiano. Certo, i tempi cambiano, e con loro a quanto pare anche il buon senso e l’intelligenza umana!
Mi permetto inoltre di aggiungere che inutile è divenuto nascondere la fragilità emergente delle figure genitoriali di oggi, incapaci di prendersi le proprie responsabilità come singoli, incoscienti nel delegare sempre più a terzi l’intera crescita dei propri figli.
Qualche anno fa una decisione del genere avrebbe scatenato il putiferio; adesso la incassiamo con rassegnata stanchezza. Siamo di fronte ad un ulteriore segnale di arresa di quel gruppo di valori che un tempo hanno definito l’uomo e la sua coscienza e che ora abbracciano inermi il politicamente corretto.
Fonti: https://lanuovabq.it/it/se-lunicef-non-riconosce-che-la-pornografia-e-un-male
Articolo scritto da Mauro || Redazione purex