– Ti è mai capitato di sentire un bisogno costante di rassicurazione?
– Di ricercare l’approvazione continua di una persona ed avere la necessità di un suo parere per prendere qualunque decisione?
– Di avere una forte paura di perdere una persona che rappresenta il fulcro della tua vita?
Ecco, questi sono i primi segnali per riconoscere se siamo affettivamente dipendenti da qualcuno, che può essere il nostro partner, un genitore, un amico, una qualsiasi persona che faccia parte della nostra cerchia ristretta di contatti. In poche parole, la dipendenza affettiva consiste nel delegare la nostra felicità ad un’altra persona che diventa il centro del nostro mondo, nel quale però noi stessi siamo completamente messi da parte. Ecco perché è pericoloso trovarci coinvolti in questo tipo di relazione e sentimenti, perché sono tossici per entrambi i soggetti coinvolti. Ci sono diverse motivazioni che portano una persona a dipendere dall’altra come: l’insicurezza, la bassa autostima e ci sono vari elementi che ci fanno comprendere di essere dipendenti da qualcuno. Ecco i più comuni:
– perdere il senso di sé
– responsabilità emotiva di soddisfare bisogni altrui, escludendo i propri.
– bisogno di validazione
– difficoltà a fidarsi degli altri ed a credere di essere meritevoli di amore
– sentirsi sicuri solo se si è in una relazione, col conseguente terrore che possa finire
– mettere il partner su un piedistallo e voler sapere sempre tutto su di lei/lui.
– difficoltà a dire di no
– sensazione di scegliere sempre la persona sbagliata.
Tutto questo genera un forte attaccamento verso l’altro, un coinvolgimento di emozioni e di personalità, la fusione di due mondi che dovrebbero rimanere distinti. I propri bisogni personali passano in secondo piano, lasciando il posto a quelli del partner.
Il dipendente affettivo si sente in dovere di soddisfare ogni necessità dell’altro, per contenere l’angosciosa idea di essere rifiutato, sostituito, di subire la fine della relazione. Per la stessa ragione, spesso nel dipendente scatta un sentimento di gelosia eccessiva, accompagnato da ostilità verso le persone intorno al partner.
La ferita dell’abbandono è così viva che, al presentarsi nella vita del partner di persone che si rivelino essergli care, la possessività del dipendente si riaccende, reclamando con forza l’altro, quasi come una proprietà. Il dolore è profondo, molto radicato, e non è semplice riconoscerlo. Alla base di tutto, vi è nella persona un incredibile bisogno di realizzazione e di consapevolezza del proprio valore e della propria esclusività. Il fatto di ricercare tutto questo in qualcosa o qualcuno al di fuori da sé stessi, ha le sue radici in fattori che generalmente risalgono all’infanzia o all’adolescenza, e quasi sempre al contesto familiare.
L’ambiente in cui questi problemi emergono, spesso è caratterizzato da una mancanza di attenzione, affetto, cura, con un conseguente senso di abbandono. Per questo la paura del distacco o alle volte anche un saluto troppo veloce, un semplice “ciao” su whatsapp senza una emoticon carina, può far scattare quella stessa sensazione di rifiuto. Non è facile per la persona riconoscere di essere un dipendente affettivo, proprio perché ammetterlo significherebbe entrare in contatto con delle ferite passate, alle volte sotterrate chissà da quanto tempo, e spesso non siamo pronti a tornare a sentire di nuovo quel dolore silenzioso ma allo stesso tempo assordante, necessario per essere guariti. Ci vuole coraggio, ma è l’unica via per uscirne ed iniziare a vivere rapporti sani ed equilibrati.
Personalmente conosco questo tipo di sentimenti e so cosa significhi sentire il dolore di una ferita non ancora completamente rimarginata; ma per quanto doloroso possa essere, questa è la chiave per disintossicare ogni relazione. La realtà è che non abbiamo bisogno di qualcuno che ci valorizzi quando siamo consapevoli del valore che abbiamo, e non abbiamo bisogno nemmeno di mendicare amore dagli altri, quando impariamo a scoprire la bellezza che c’è dentro ognuno di noi. Non siamo nati per elemosinare affetto e affermazione, tutto quello che cerchiamo negli altri è già dentro di noi. Comprendere questa verità e fare pace con il passato, sono la chiave per rapporti sani. Una volta compresa la bellezza che è in noi, non solo non avremo bisogno di qualcuno che ci completi, ma saremo capaci di costruire rapporti sani, non più basati su una confluenza di vite ed emozioni, ma su due vite che possono veramente darsi l’una all’altra senza annullarsi.
Articolo scritto da Francesca || Redazione Purex