Potrebbe sembrare il nome di un videogioco, ma mi dispiace deluderti: non lo è! Ti risparmio la ricerca su internet prima che ti imbatta in materiale poco raccomandabile e a basso contenuto di purezza. JAV sta per “Japan Adult Video” e rappresenta uno dei mercati in continua crescita, una macchina in continuo movimento.
Secondo lo scrittore Atsuhiko Nakamura, che ha pubblicato diversi libri basati su delle interviste fatte ad attrici porno, il numero delle donne giapponesi che cerca lavoro in questo campo è aumentato drasticamente. “Verso la fine degli anni 90″ – afferma Nakamura – “la maggior parte delle persone diceva che non sarebbero apparsi in un film porno neanche per 10 milioni di yen, ma tutto ciò è cambiato ad una velocità impressionante ed ora le ragazze si affannano per avere una chance e trovare una parte in una produzione qualsiasi”.
Questo è il caso di una giovane campionessa di nuoto, la cui notizia fa scalpore: Miku Kojima, in “arte” Saki Shinkai. Kojima, dopo aver vinto ai Mondiali Juniores di nuoto e due bronzi alle Olimpiadi giovanili, ha lasciato il nuoto per iscriversi all’università e mantenersi organizzando cerimonie. Poi il COVID.
Povera Kojima, si è trovata così tanto in difficoltà che ha pensato “perché non il porno?”. In realtà prima di addentrarsi in questa tremenda industria che devitalizza i suoi attori con la stessa facilità con cui un dentista agisce su un dente, la campionessa si era mostrata senza veli in piscina in una serie di foto che hanno alzato un bel polverone. Consapevole o meno del passo successivo, ha avuto modo di buttarsi tra le braccia di “Soft on demand”, colosso dell’industria JAV.
Quello che mi lascia senza parole non è tanto la scelta di Miku Kojima, libera fautrice delle proprie scelte di vita, quanto la facilità con cui oggigiorno è possibile incappare in questa prostituzione legale. La giovane Miku ha dichiarato: “Ho iniziato a guardarmi in giro e ho scoperto che un mio contatto sui social era attivo nel settore dei video per adulti. Mi sono incuriosita e ne ho guardati parecchi: all’inizio avevo una sensazione negativa, ma i lavori di Sod (Soft on demand) sono molto interessanti. Ho deciso di provare”.
Fare un passo alla volta per avvicinarci al burrone non ci rende più furbi e saggi, ma semplicemente masochisti nel ritardare una caduta quasi annunciata.
C’è sempre un campanello d’allarme che ci avvisa quando una scelta è lecita o meno, sta a noi ascoltarlo.
Ancora una volta imparo: quando il nostro compromesso zittisce il grido della nostra integrità e libertà, allora vale la pena alimentarlo e diventarne schiavi?