Parlando di attualità e di tematiche all’ordine del giorno mi sono imbattuta in diversi articoli riguardanti l’uso appropriato ed efficace dei contraccettivi di emergenza. L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha da poco stabilito che non sarà più necessaria la prescrizione medica per dispensare, anche alle minorenni, l’ulipistral acetato. Ci riferiamo ad un farmaco impiegato nella contraccezione di emergenza fino a cinque giorni dopo il rapporto non protetto, perché ritenuto uno “strumento altamente efficace”. In merito a questo credo sia indispensabile fare chiarezza su alcuni punti mancanti nei vari articoli che stanno circolando in rete.
Il contraccettivo di emergenza, se usato tempestivamente, permette di evitare gravidanze indesiderate. Si usa il termine “emergenza” per enfatizzare il fatto che vada usato solo occasionalmente e non in sostituzione al regolare metodo contraccettivo.Tra i metodi ormonali ad uso orale attualmente sono utilizzati: il levonorgestrel (somministrato già dal 2016 senza prescrizione medica) e l’ulipristal acetato, pillole da assumere il prima possibile a seguito del rapporto indesiderato. I preparati contenenti levonorgestrel devono essere assunti entro le 72 ore dal rapporto non protetto, mentre quelli contenenti ulipristal acetato devono essere assunti entro le 120 ore dallo stesso.
Se la donna non ha ovulato, cioè non ha avuto il rilascio degli ovuli (gameti femminili) in seguito alla rottura dei follicoli (involucri che contengono gli stessi ovuli al fine di garantirne la loro crescita e successiva maturazione), che prenda l’uno o che prenda l’altro è uguale, tuttavia il più attivo è l’ulipristal acetato.
Se un embrione, prima della formazione della placenta, non riceve progesterone, il cosiddetto ormone della gravidanza progettato per garantire le condizioni ottimali dell’utero durante la gestazione, non avrà possibilità di vascolarizzazione e di conseguenza si ridurranno le probabilità di sopravvivenza. Ricordiamoci che l’ulipristal è inibitore selettivo dei recettori del progesterone a differenza dell’altro che agisce reprimendo l’ovulazione, modificando la motilità della tuba uterina, interferendo con la fecondazione o inibendo l’impianto dell’ovulo fecondato.
Fatta questa premessa una donna che ha assunto ulipristal e che non ha ancora ovulato, bloccherà l’ovulazione come con un normale contraccettivo; se invece l’ovulazione avrà avuto luogo, l’effetto di inibizione sui recettori del progesterone, ostacolerà l’azione vascolarizzante sull’embrione impedendogli un normale sviluppo nell’utero. Di conseguenza, nonostante il farmaco funzioni, non è davvero conosciuto il meccanismo sottostante. Di fatto l’ulipristal può agire sia in maniera contraccettiva che intraccettiva impedendo la possibilità di sviluppo nell’utero materno del bambino per carenza di progesterone.
È corretto perciò definirlo metodo esclusivamente contraccettivo? Io direi sia solo una mezza verità.
Riassumo dicendo che sia che si assuma levonorgestrel che ulipristal acetato non si sa se si andrà incontro ad una contraccezione o ad un aborto. Se il farmaco viene assunto prima dell’ovulazione si avrà semplice contraccezione, se invece lo si assume dopo, questo può fortemente inibire l’impianto del bambino nell’utero, provocando un possibile aborto.
Per ulteriori chiarimenti abbiamo un professionista ginecologo come consulente, scrivete pure alla nostra redazione.
Fonti: http://www.popsci.it/canali-medicina/contraccezione-di-emergenza/efficacia-sicurezza-e-tollerabilita-della-contraccezione-demergenza-orale-dati-a-confronto.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03
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Articolo scritto da Aby ||Redazione Purex